domenica 3 maggio 2020

Step #12: la colmata, tecnica di bonifica medievale

La bonifica è l'insieme delle opere volte a ripulire un terreno da tutti quegli elementi, quelle caratteristiche che lo rendono infruttifero e/o insalubre, come, citando uno degli esempi più comuni, il prosciugamento di una zona paludosa per renderla disponibile a usi agricoli, urbani ecc...
La prima civiltà ad occuparsi della regimazione delle acque e della loro distribuzione furono i Romani, ma è soprattutto nel Medioevo che si assistette a una graduale organizzazione a livello pubblico della bonifica: dalle piccole opere dei contadini, volte ad ampliare le superfici coltivabili private, si passò ad opere idrauliche più importanti. Quest'ultime furono possibili grazie ai monasteri, che dal X Secolo divennero importanti centri di produzione, assumendo i tratti di vere e proprie aziende agricole alimentate dalla regola Benedettina dell’Ora et labora.


LA COLMATA

Una delle tecniche maggiormente usate nel Medioevo per il prosciugamento e la messa a coltura di diversi terreni prima improduttivi , in particolare come accennato nel paragrafo soprastante da parte degli ordini monastici Benedettini e Cistercensi, è la colmata. 
Ma esattamente in che cosa consiste questa tecnica ?
Le correnti fluviali in piena, ricche di sedimenti provenienti dall'erosione a monte, vengono derivate dal loro corso naturale tramite un'opera di presa e indirizzate tramite dei canali appositi nel terreno che si desidera bonificare, che in precedenza veniva confinato tramite degli argini in legno o terra.
si ottiene così una sorta di bacino artificiale, chiamato bacino di colmata, dove lentamente vi si depositano tutti i sedimenti che la corrente trasportava. Successivamente l'acqua accumulata nel bacino viene fatta defluire tramite l'apertura di una paratoia verso un'opera di scolo e immessa nello stesso oppure in un differente corso d'acqua.
Questa azione ha un duplice scopo, da un lato infatti il fluire dell'acqua ripulisce la zona dalla presenza di eventuali paludi o ambienti insalubri, dall'altro il depositarsi dei sedimenti rende il terreno maggiormente stabile,solido e permette anche di alzarne gradualmente il livello per colmare eventuali pendenze.
Una volta terminata l'operazione il terreno viene messo a coltura e i canali di bonifica possono essere trasformati in canali irrigui.
Va sottolineato come questa tecnica avesse tempi molto lunghi , si parla infatti di diverse decine di anni: in un anno si riusciva mediamente a ottenere un deposito vicino al metro di altezza, il quale era però destinato a diminuire con il graduale costipamento del terreno sottostante.
   

schema esplicativo del funzionamento della bonifica per colmata



BONIFICA DEL POLESINE DI CASAGLIA

In Italia vi sono diverse tracce di opere di bonifica medievale, in particolare nella zona del ferrarese tra il 1400 e il 1700 si sono susseguite diverse opere di bonifica, soprattutto grazie alla volontà della famiglia d'Este. In particolare nel 1460 Borso d'Este ordinò la bonifica del Polesine di Casaglia , avvenuta proprio tramite la tecnica della colmata.Purtroppo per ovvie ragioni non abbiamo testimonianze fotografiche dei lavori dell'epoca, ma nel 900' la stessa area fu nuovamente interessata da ulteriori azioni di bonifica, stavolta anche tramite l'azione di idrovore e macchine a vapore come testimonia questa immagine:


uso delle macchine a vapore nel processo di bonifica

Non abbiamo testimonianze fotografiche dell'attività di bonifica del XV secolo ma al contrario  ci sono pervenute testimonianze scritte: infatti nel 1580 gli Este a Ferrara istituirono la Conservatoria della Bonificazione, un inventario delle proprietá dei terreni bonificati con il compito di provvedere alla gestione idraulica del territorio bonificato nel corso della cosiddetta "Grande Bonificazione Estense" della seconda metà del secolo XVI. La Conservatoria fu abolita nel 1796 all'arrivo delle truppe francesi in Ferrara, ma ad oggi permangono delle testimonianze:

 
                
testimonianza della conservatoria della bonificazione estense



Riferimenti bibliografici:

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